domenica 4 maggio 2025
Nata a Roma da papà statunitense, cestista affermato, e mamma di Vigevano, la talentuosa 17enne ha giocato finora sotto la bandiera a stelle e strisce ma adesso ha scelto il tricolore
Tyra Caterina Grant, 17 anni, nuova promessa del tennis mondiale

Tyra Caterina Grant, 17 anni, nuova promessa del tennis mondiale - ANSA

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Una “mezza” americana a Roma. È la storia di Tyra Caterina Grant, diciassette anni, nuova giovanissima promessa del tennis azzurro. Nelle sue vene scorre sangue tricolore da parte di mamma e a stelle e strisce da parte di papà. Ha entrambe le cittadinanze. Ha giocato fino adesso con la bandiera statunitense, ma proprio in questi giorni è arrivata la notizia che in molti stavano aspettando. La ragazza, che aveva tempo per decidere fino a marzo 2026, ha scelto l’Italia. Era nell’aria. Nelle scorse settimane, la Fitp le aveva infatti assegnato una wild card per entrare di diritto nel tabellone principale degli Internazionali Bnl d’Italia, che partiranno ufficialmente da martedì, con finale fissata al 18 maggio. Basterebbe leggere i suoi due nomi per iniziare a inquadrarla. Tyra e Caterina. Un po’ versione femminile di Thor, in stile eroina Marvel statunitense, un po’ – sportivamente parlando - patrona della Capitale e d’Italia (se lo augurano i tifosi e le tifose azzurre che già impazziscono per lei). Tyra è romana. È cresciuta tra Vigevano e Bordighera. Poi si è trasferita a Orlando, negli Usa. Non ha ancora diciott’anni, ma il romanzo della sua vita è già ricco di pagine interessanti. È nata nel 2008 all’ombra del cupolone. L’aria della Capitale la conosce bene. È quella che le ha dato il benvenuto al mondo. Quest’anno tornerà a respirarla. Ma avrà un odore diverso. Sarà quello della terra rossa del Foro Italico. Per lei, si tratta del battesimo del fuoco agli Internazionali. La competizione ce l’ha nel dna.

Suo papà è l’ex cestista americano Tyrone Grant, che si trasferì in Italia per giocare a pallacanestro. È stato centro di tante squadre europee, tra cui l’Olimpia Milano e la Virtus Bologna a metà degli anni 2000. Da lui ha imparato l’importanza dello sport e del sacrificio, ma senza subire nessun tipo di pressione. «Non ho mai forzato i miei figli a fare sport - ha detto Grant qualche anno fa -. Ma se vogliono prendersi questo impegno, devono portarlo avanti seriamente. Se mentre giocano riescono anche ad avere un grande sorriso sul volto, avranno sempre il mio sostegno, ma senza nessuna aspettativa». Tra i piccoli segreti della crescita vertiginosa di Tyra c’è sicuramente l’appoggio della sua famiglia. La freccia di Cupido che l’ha fatta innamorare del tennis l’ha scoccata sua mamma, Cinzia Giovinco, originaria di Vigevano. È stata proprio lei la prima persona che le ha messo una racchetta in mano. E ci ha visto lungo, verrebbe da dire. Aveva quattro anni Tyra, quando ha tirato il suo primo dritto. Da quel giorno non ha più smesso. «Nelle letterine dei desideri a Babbo Natale invece di domandare bambole e giocattoli, scriveva: “Fammi battere Serena Williams” », ha raccontato recentemente Cinzia. Insomma, un destino che pareva già essere segnato.

E che le ha fatto incontrare anche Jannik Sinner, il numero uno del mondo, che proprio a Roma tornerà a competere nel circuito Atp, dopo la squalifica che lo ha tenuto lontano dai campi per tre mesi. La Capitale è già in subbuglio per lui. Tyra e l’altoatesino dai capelli rossi si sono conosciuti a Bordighera, quando entrambi si allenavano nell’accademia di Riccardo Piatti, storico coach del ragazzo di Sesto Pusteria. Era il 2015, e Jannik, allora under 16, stava muovendo i suoi primi passi da tennista professionista. «Abbiamo passato sette anni a Bordighera per poi ritrovarci d’estate, al Camp dell’Isola d’Elba, dove ci siamo allenati tante volte insieme – ha raccontato Tyra qualche tempo fa -. Si vedeva che aveva qualcosa di speciale, ma direi che ha decisamente superato le mie aspettative. Ed è sempre bello abbracciarlo quando ci rivediamo ai tornei del Grand Slam». Sono tanti i campioni del tennis internazionale che hanno calcato i campi liguri sotto la supervisione dell’ex coach del numero uno del mondo. Tra tutti, Maria Sharapova e Novak Djokovic, idolo assoluto della giovane atleta. Gli indizi per una carriera promettente ci sono tutti. Lo stesso Piatti, qualche anno fa, parlò chiaramente: «Tyra è una ragazzina davvero interessante – disse -. Ha una personalità forte, ideale per una giocatrice di tennis».

Ed è indubbio che da quel momento in poi, i miglioramenti si sono succeduti a vista d’occhio, anche cambiando guida tecnica. Grant è rimasta otto anni in Liguria, prima di trasferirsi in Florida, alla United States Tennis Association. Poi è tornata in Europa per allenarsi con il monegasco Jean-René Lisnard, l’ex coach di Mirra Andreeva (n. 7 del ranking Wta). E adesso è seguita dall’italiano Graziano Gavazzi, con cui sta lavorando per trovare continuità. Attualmente è 356 del mondo. A darle la carica, ci sono anche i risultati che ha ottenuto nei tornei juniores, dove può vantare la posizione n. 6 della classifica. Tra tutti, le vittorie in doppio del Roland Garros nel 2023 e dell’Australian Open e di Wimbledon nel 2024. Ma Tyra guarda già avanti. Il suo sorriso la precede. È quello di chi sa affrontare la pressione con serenità. Il suo amico Jannik Sinner insegna.

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