sabato 10 maggio 2025
Grande partecipazione all'iniziativa di Maiindifferenti e Laboratorio ebraico antirazzista. A partire dal film "No Other Land" la volontà di restare umani facendo un passo gli uni verso gli altri
Un momento dell'incontro

Un momento dell'incontro - Mustafa

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Grande partecipazione venerdì 9 maggio all’Anteo palazzo del Cinema a Milano per l'evento "Dialoghi possibili". L'incontro è stato organizzato da Maiindifferenti-voci ebraiche per la pace e L3a – laboratorio ebraico antirazzista.
«Angosciati dal massacro in atto e preoccupati della politica suicida dello stato di Israele, nelle nostre iniziative abbiamo cercato di far emergere il dissenso nel mondo ebraico della diaspora e di dare voce e visibilità all’opposizione israeliana e alle associazioni israelo-palestinesi che lottano per la pace». Così apre l'evento Jardena Tedeschi, della rete Maiindifferenti. «L3a è una rete che coinvolge giovani ebree ed ebrei italiani che si dissociano dalle posizioni acritiche verso Israele, vogliono esprimere una voce di solidarietà e di giustizia sociale attraverso varie iniziative», dice Giulia Frova della rete L3a. L’idea è nata dopo aver visto il film No Other Land, prodotto da registi israeliani e palestinesi che ci ha mostrato, oltre alla brutalità di quel che succede, anche una relazione basata sul desiderio comune di restare umani, e di costruire un mondo in cui quella terra sia una terra dove si possano avere uguali diritti. E come dichiarato congiuntamente da tutti gli ospiti: la pace non potrà mai realizzarsi senza la fine del massacro, dell’Occupazione, senza rispetto delle risoluzioni Onu – in particolare della 194 – e il riconoscimento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. dice Eva Schwarzwald della rete Maiindifferenti.

Il dibattito, moderato da Matteo Pucciarelli, si è aperto con un approfondimento di Davide Lerner, seguito dal commento di alcune clip significative del film da parte di Ali Rashid, Noga Kadman, Najati Alrabi, Sarah Mustafa, Stefano Levi Della Torre, arricchito dai video inviati da Widad Tamimi e dal refusnik Iddo Elam. Ognuno ha portato il proprio pensiero, frutto della propria esperienza personale. Ali Rashid ha ribadito con forza che i palestinesi non rinunciano ai propri diritti né alla propria terra. Ma ha anche sottolineato quanto sia necessario fare un passo gli uni verso gli altri.
Con grande carica emotiva, Stefano Levi Della Torre ha dichiarato di riconoscere in quanto attuato da Israele una politica di pulizia etnica nei territori e un genocidio a Gaza. L’incontro si è concluso con il commento di Khader Tamimi, rappresentante della comunità palestinese in Lombardia e Gad Lerner. Tamimi ha raccontato quanto sia sempre più difficile affrontare queste tematiche: ogni parola rischia di essere interpretata come antisemitismo, nonostante siamo tutti figli di Abramo.
Per Gad Lerner, la saggezza e l’utopia sono dovere di chi vive al di fuori del cratere delle guerre. Un invito alla responsabilità, rivolto a tutti noi. C’è stato anche un fuori programma: l’intervento di Daria Bignardi, che ha condiviso la sua recente esperienza nei territori occupati.
Il mio pensiero personale è che prima di tutto, il massacro deve fermarsi. Senza la fine dell’occupazione non può esserci dialogo alla pari. Vanno rispettati i diritti fondamentali, applicato il diritto internazionale. Altrimenti, l’escalation continuerà. Serve un’azione politica decisa per fermare gli estremismi da entrambe le parti. Tutto inizia con il riconoscimento del dolore dell’altro. Occasioni come quella del 9 maggio a Milano rappresentano uno spiraglio di speranza perché questo possa accadere.

Scrittrice italo-giordana

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