
L'ingresso del Papa in Cappella Sistina tra i cardinali elettori - Ansa
Gesù va annunciato a tutti. Non come superuomo, come talvolta è considerato, ma come il Cristo, Figlio del Dio vivente. E va annunciato anche e soprattutto in quegli ambiti dove la fede cristiana è derisa o emarginata. È compito del Papa e di tutta la Chiesa. Ma il Papa specialmente, come «chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità», deve «sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo».
Sono le parole pronunciate questa mattina da Leone XIV nella prima Messa da Pontefice, celebrata nella Cappella Sistina dove ieri è stato eletto, insieme con i cardinali. «Dio mi dia questa grazia - ha aggiunto - oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa».
Il Papa rilancia dunque nella sua prima omelia ufficiale il primato dell'evangelizzazione. Specie negli ambiti fortemente secolarizzati. «Anche oggi - ha notato - non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere.Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo - ha perciò ricordato il Pontefice - e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco».

I cardinali elettori alla Messa presieduta dal Papa - Ansa
Per altro verso, ha proseguito, «oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto».
Ecco dunque l'ambito della missione. «Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» .È essenziale farlo - ha nuovamente sottolineato - prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia». Un riferimento esplicito al Concilo Vaticano II.
«Dico questo prima di tutto per me - ha concluso -, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale».