lunedì 5 maggio 2025
La scuola Santa Maria delle Vittorie, che ha voluto l'incontro: c’era il bisogno di vivere una reciprocità reale. La Lega: alla faccia della reciprocità. Il ministero dell'Istruzione avvia verifiche
I bambini inginocchiati nel centro islamico di Susegana (Treviso) ascoltano l'imam

I bambini inginocchiati nel centro islamico di Susegana (Treviso) ascoltano l'imam - Ansa

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Sorpresa e amarezza, nelle comunità cristiane della diocesi di Vittorio Veneto (provincia di Treviso) per le polemiche seguite ad una visita di alcune classi della scuola dell’infanzia “Santa Maria delle Vittorie” di Ponte della Priula al Centro culturale islamico “Emanet” di Susegana. «Mettere al centro i nostri bambini e il loro bisogno di essere accompagnati nella crescita ci ha fatto scegliere di andare in visita al Centro culturale, accolti e accompagnati dall’imam Avnija, che ben conosciamo - spiegano don Andrea Sech, il parroco e legale rappresentante, Stefania Bazzo, direttrice, e Stefania Pillon, insegnante -. I genitori erano stati informati e avevano dato il consenso. La scelta rientra nel progetto educativo della scuola - che riprende le linee nazionali - e che tiene in considerazione la presenza di tante culture e nazionalità tra i bambini della scuola stessa».

La Lega è insorta, dal leader Matteo Salvini ad altri esponenti, mentre il ministero dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato un’ispezione. Le reazioni sono scaturite dall’immagine dei bambini inginocchiati in moschea, «mentre pregavano», si è protestato. I responsabili della scuola hanno subito chiarito: «I nostri bambini, cristiani e di altre religioni, frequentano consapevolmente una scuola cattolica, ricca di segni e azioni tipicamente cristiane. Il più semplice e quotidiano è il segno della croce per i pasti (lo fanno i cristiani, gli altri lo vedono fare), ma non mancano il presepio in collaborazione con le famiglie, la proposta di una Messa della parrocchia per l’Avvento, la celebrazione a inizio Quaresima e così via. C’era il bisogno - ha specificato la direzione scolastica - di vivere una reciprocità reale, per comprendersi e valorizzare le diversità: se già è abbastanza chiaro che cosa è essere cristiano perché lo si vede tutti i giorni nella scuola, e se qualche occasione c’era stata per parlare del Ramadan, mancava il toccare con mano l’esperienza di altre religioni, come quella musulmana. Toccare con mano: un bambino della scuola dell’infanzia ha bisogno di vedere, toccare, sentire, sperimentare, incontrare persone. È così che è nata la visita al Centro culturale ed è così che i bambini hanno vissuto l’esperienza».

Susegana è uno dei principali comuni della Marca Trevigiana, 12 mila abitanti, con la più alta densità di fabbriche. L’immigrazione è presente da 50 anni. Circa la metà dei lavoratori della più grande industria, l’Electrolux, sono stranieri. L’integrazione è storica, anzi è ritenuta “un modello”, come ha affermato il sindaco Gianni Montesel, «tanto da non aver mai dato adito a situazioni di allarme». Il Centro culturale islamico si trova in un capannone industriale e, tra le varie attività, ospita anche una sala di preghiera.

«L’imam è stato accogliente e preciso nel far cogliere le somiglianze e le differenze tra il suo ruolo e quello di don Andrea, il parroco - ha precisato la scuola -; ha saputo comunicare quello che si fa al Centro senza creare confusione nella testa dei bambini. Nel momento di spiegare come si prega, è stato ovvio per i bambini provare a inginocchiarsi, perché un bambino vive così l’entrare in nuove esperienze e capirle. I bambini non hanno pregato in quella posizione: hanno provato a sentire quello che sente un loro amico quando sta così. Alle maestre non è stato chiesto di mettere il velo: lo hanno fatto loro per rispetto, consapevoli che quello è l’uso in un luogo di culto musulmano. La preghiera per gli altri bambini del mondo e per la pace fatta assieme ha permesso, nelle parole, di stare tutti sotto lo sguardo del proprio Dio: non è stato chiesto ai bambini di scegliere quale Dio, ma di pregare ciascuno nel suo credere e di sentirsi in questo “fratelli di tutti”. Crediamo nell’esperienza proposta che fa crescere ulteriormente l’apertura verso la molteplicità culturale, il rispetto, l’accoglienza, pane quotidiano del vivere assieme nella nostra scuola». «Alla faccia della reciprocità», ha commentato Salvini, più duri altri leghisti, dal capogruppo regionale Alberto Villanova all’europarlamentare Anna Cisint. Un leghista moderato come il consigliere regionale Roberto Bet ha ammesso: «Non fa problema la visita, nel segno della reciproca conoscenza, ma i bambini inginocchiati e la relativa foto pubblicata dalla scuola sono stati “almeno un di più”». Dello stesso parere il Pd provinciale di Treviso.
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