lunedì 5 maggio 2025
Anche i giudici contabili rilevano il dramma vissuto dai detenuti: mancano celle e anche i lavori di ristrutturazione vanno a rilento. I detenuti sono 61.861, i posti disponibili solo 51.312.
La situazione delle carceri è sempre più drammatica

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Anche la Corte dei Conti denuncia la situazione drammatica vissuta quotidianamente dai detenuti. A dieci anni dalla conclusione della gestione commissariale, l'analisi sullo stato di attuazione del Piano Carceri evidenzia situazioni critiche di sovraffollamento che - soprattutto in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia - assumono contorni ai limiti dell'emergenza, anche alla luce dei dati forniti dal Ministero della Giustizia. Lo rilevano i giudici contabili nella relazione "Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carceri", approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato con Delibera n. 42/2025/G.
Accanto alla necessità legata alla creazione di nuovi posti detentivi, si legge nel documento, emergono la mancata realizzazione di numerosi interventi e l'urgenza di completare quelli di manutenzione straordinaria già avviati, per migliorare le condizioni ambientali, igienico-sanitarie e di trattamento all'interno degli istituti.

Dalla relazione emergono numeri impietosi: erano 61.861 i detenuti presenti al 31 dicembre 2024, a fronte di una capienza complessiva di 51.312 posti. Ciò comporta un sovraffollamento del 120,5%. Leggermente meglio rispetto al 2023 (121,3%), ma è una magra consolazione. La più "affollata" è la Lombardia, con 8.840 detenuti (circa la metà stranieri), stipati in celle che possono garantire al massimo 6.148 posti.

Molteplici, secondo la Corte dei Conti, le cause dei ritardi nei lavori: dalle inadempienze contrattuali da parte delle imprese, ai mutamenti repentini delle esigenze detentive rispetto al passo dei lavori, fino alle carenze nei finanziamenti necessari per attuare le modifiche progettuali, con la necessità - è il richiamo ulteriore dei giudici contabili - di applicare il principio dell'individualizzazione della pena, che impone una corretta collocazione dei detenuti all'interno delle strutture in base alla loro condizione giuridica e alle esigenze trattamentali.

All'Amministrazione si è pertanto raccomandato, conclude il documento, di predisporre fin dall'inizio stime realistiche dei costi, accompagnate da una pianificazione efficace delle risorse e dalla definizione di linee guida per le strutture penitenziarie, coerenti con gli standard minimi europei e internazionali. Al nuovo Commissario straordinario si chiede di tenere conto delle criticità emerse dall'indagine e di assicurare un attento monitoraggio degli interventi nel rispetto dei cronoprogrammi procedurali e finanziari, per evitare ulteriori ritardi e criticità operative.

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. "La relazione della Corte dei Conti conferma, punto per punto, ciò che da anni denunciamo inascoltati: il fallimento strutturale del Piano Carceri, l'incapacità di realizzare interventi già finanziati e programmati, e la totale assenza di una visione coerente per la gestione della popolazione detenuta - dichiara Fabrizio Benzoni, deputato di Azione -. È ora evidente anche ai giudici contabili che il problema non è solo il sovraffollamento, ma un sistema penitenziario abbandonato, con strutture fatiscenti, cantieri mai completati, progetti lasciati a metà, e una programmazione basata su stime irreali e approssimative. Le carceri italiane, in molte regioni, sono al limite dell'emergenza umanitaria. Manca tutto: spazi vivibili, assistenza sanitaria adeguata, percorsi trattamentali reali. I dati sui suicidi e sui decessi parlano chiaro e non possono più essere ignorati. Chiediamo impegni precisi, una regia politica forte, una pianificazione concreta delle risorse e un monitoraggio rigoroso degli interventi".

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